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Il saluto ad Angelina da parte del cognato Paolo:
 
Angelina,
ti scrivo una lettera per inviarla là dove sono sicuro che ti trovi: nella luce e nella pace di Dio.
Ho ammirato la tua bellezza e la tua profonda gentilezza e disponibilità verso gli ammalati dell’ospedale di Lacor nel Nord Uganda quando ero un giovane medico.
Ho gioito quando vi siete scelti con Carlo, ti ho vista crescere tre splendidi figli in situazioni che avrebbero sconvolto qualsiasi altra persona.
Hai seguito Carlo e l’hai sorretto nella sua generosa testimonianza di impegno verso gli ammalati.
Hai sofferto con lui e forse più di lui per le ferite che talora gli hanno inflitto ingrate situazioni e soprattutto qualche persona ingrata.
Hai goduto delle bellezze della natura e di una casa piena di fiori che amavi coltivare.
Hai accettato la sofferenza della malattia, con quei tremendi dolori alla colonna con cui è iniziata e tutto il calvario delle terapie, sempre con il sorriso pronto per chiunque ti venisse a trovare.
Sulla tua poltrona di malata eri sempre capace di accogliere con una buona parola: chiedevi “Come stai?” prima ancora di dirci come stavi tu.
Non hai mai avuto parole di rammarico, di invidia o di maldicenza verso nessuno: criticavi con giustizia solo le situazioni sbagliate.
Hai deciso per l’ultimo tentativo di trapianto senza ripensamenti, anche se ciò ti è costato tre giorni di pianto, come Carlo ha confidato.
Hai trovato in tuo fratello Daniel la disponibilità per il generoso percorso della donazione di cellule staminali e in tuo fratello Matteo una colonna a sostegno delle notti insonni di Carlo in ospedale.
Negli ultimi tre mesi le hai passate proprio tutte! Carlo e i vostri figli sono stati tuoi pari, ricambiandoti con una dedizione straordinaria.
Sei stata capace di lasciare un segno positivo, diverso per ciascuno di noi, chissà quanti potrebbero raccontarne!
Siamo certi che tu sei ancora vicina ai tuoi cari e a tutti noi, proteggendoci dal Cielo come un vero angelo consolatore…