A cura di Sebastiano Bazzoni e Terry Dutto
Il contesto storico sociale in breve
La situazione del Paese è molto difficile e problematica. Iniziamo questa analisi con la crisi derivante dalla disastrosa stagione agricola. Lo Zimbabwe rischia di precipitare in una grande crisi umanitaria, con la Agricultural Technical and Extension Services (Agritex) e altre organizzazioni di produttori agricoli che prevedono un deficit, per la stagione 2011/2012, di 1.500.000 tonnellate di mais. Una ricerca di Agritex mostra che 247 000 ettari di mais sono stati seminati nel Paese a fine dicembre, contro 379 993 della stagione precedente. Una recente affermazione del Ministero dell’Agricoltura definisce il parco mucche disponibile nel Paese di sole circa 1.000 animali in produzione di latte, contro una produzione assicurata al paese da 26.000 capi di qualche tempo fa.
Una grande parte della popolazione dovrà richiedere aiuto alimentare in questa stagione agricola, che, oltretutto, ha avuto sacche di aridità per carenza di piogge in vaste aree, non più coperte dai sistemi di irrigazione precedentemente poste in essere dalle aziende agricole che sono state smantellate. Le ultime proiezioni mostrano come il raccolto possa declinare fino al 60% (in meno).
Il continuo collasso delle aziende di stato è un chiaro indizio delle capacità della attuale coalizione di governo di riavviare una economia soffocata. Anche il sistema economico cinese, che controlla grandi ricchezze estrattive di ogni genere nel Paese, è messo sotto tiro dai Ministri economici, che chiedono, alle aziende che hanno ottenuto particolari privilegi, di mantenere le loro disponibilità finanziarie nelle banche locali, a disposizione degli investimenti per il recupero della produzione agricola. Questa richiesta di tentare una nuova strada per lo sviluppo coinvolge il sistema che il Presidente Robert Mugabe e il suo partito ZANU PF hanno posto in pratica, adottando una politica troppo condiscendente alle pratiche cinesi, che hanno deliberatamente ignorato la stretta strategia di direzione delle aziende parastatali. Il collasso della linea aerea nazionale, Air Zimbabwe, è solo l’ultimo di una lunga lista di aziende parastatali fallite negli ultimi dieci anni, fra cui Ziscosteel, Zupco, NetOne, GMB, TelOne e NRZ. La disintegrazione può diventare irreversibile a meno che il governo non proceda immediatamente alla privatizzazione delle aziende di stato e permetta ad abili investitori di assumersi il carico di queste aziende. Le condizioni della linea aerea nazionale, una volta motivo di orgoglio, sono un esempio di come i risultati economici siano devastanti se non gestiti in modo pragmatico.
La situazione nel sistema scolastico è difficile e tesa. Gli insegnanti, che chiedono un salario minimo di US$ 538 al mese, minacciano una mobilitazione per uno sciopero nazionale. Il governo sostiene di non avere le risorse per coprire le richieste degli statali mentre il Ministro delle Finanze, Tendai Biti, ammonisce che i salari rappresentano già un insostenibile 63% della spesa totale e paventa un taglio pesantissimo dei dipendenti pubblici. Gli statali, dal canto loro, sono stati oltremodo contrariati da una recente decisione del governo di pagare ai deputati circa $ 15.000 ciascuno per competenze arretrate.
Anche la situazione politica generale è oltremodo negativa. Il partito di Mr. Mugabe, lo ZANU PF, ha mostrato, attraverso una serie di fatti pubblici negli ultimi mesi, che il governo di coalizione dello Zimbabwe esiste solo nominalmente e opera con decisioni che denotano nervosismo politico e contraddizioni in termini socio-economici. Mugabe e il suo partito fanno funzionare, senza neppure nasconderlo, un governo parallelo. Molti commentatori politici hanno la sensazione che le due formazioni dell’MDC, dopo aver perso peso politico con la loro divisione, tentino di combattere una battaglia con il sostegno del Sud Africa in testa, per evitare nuove elezioni nel 2012 e almeno dopo la definizione del testo della Costituzione. La commissione che deve definire gli articoli della nuova Costituzione è stata formata, ma ha fatto poca strada per i contrasti definiti non superabili che ad ogni articolo vengono proposti dalle diverse coalizioni che vi partecipano.
Intanto la polizia continua ad angariare i venditori ambulanti nel centro di Harare, mantiene una forte presenza nei sobborghi ad alta densità abitativa. Si creano scontri violenti durante la presentazione di programmi politici durante i quali i soldati bastonano senza pietà gli abitanti dei villaggi e riaffiora la paura che una seconda Murambatswina possa verificarsi, come nel 2005.
Il Presidente Robert Mugabe chiede insistentemente di avviare le pratiche delle elezioni entro il 2012, ma il fronte SADEC formato dai paesi che circondano Zimbabwe, nella recente riunione plenaria in Zambia, hanno reiterato la necessità che la coalizione governativa attuale in Zimbabwe vari una Costituzione prima di adire a nuove elezioni. Intanto il Presidente Mugabe, malgrado una salute sempre più compromessa e l’età avanzata sta diventando un catalizzatore per le divisioni interne allo ZANU PF, ed è in difficoltà nello scegliere il suo successore ideale. Persone addentro allo Zanu PF pensano che la decisione di Mugabe di restare al potere sia un’indicazione della crisi di leadership nello Zanu PF, piuttosto che il suo desiderio di proteggere il Paese dall’imperialismo, come egli afferma. Mugabe, che ha compiuto 88 anni in febbraio ed è stato il solo leader dello Zimbabwe dall’Indipendenza nel 1980, cercherà di prolungare i suoi 32 anni al potere dopo che lo Zanu PF lo nominò suo candidato presidenziale alla conferenza annuale tenutasi a Bulawayo in Dicembre.
Tutto quanto sopra conferma che una corretta definizione della forma di governo dello Zimbabwe sia “cleptocrazia”. Essa è un “governo che agisce soltanto nell’interesse delle persone che lo compongono”.
Cleptocrazia può anche essere definita la forma di governo di coloro i quali cercano il proprio status e il guadagno personale a spese dei governati. Mentre la definizione e il comportamento della cleptocrazia è semplice, le conseguenze risultanti dalla sua manifestazione in una società sono monumentali e, per dire il minimo, tragiche. Un sistema politico che evolve verso la cleptocrazia è la peggior forma di governo che gli esseri umani possano sognare e vivere sotto tale governo è una maledizione di proporzioni bibliche.
Si può affermare che lo Zanu PF, come entità politica all’interno del corpo politico dello Zimbabwe, è oggi una forma avanzata e matura di regime cleptocratico. Le ragioni sono semplici e si possono trovare nel DNA di questo regime.
Un recente studio politico sostiene che, fra le molte sfide che esistono per il continente africano, vi sono tre mali ai quali i pensatori e gli intellettuali debbono trovare una soluzione. Tali mali sono: la corsa irresistibile ad accaparrarsi il petrolio dell’Africa, i diamanti e altre ricchezze naturali da parte di paesi e multinazionali occidentali, tiranni venali e pronti al genocidio che uccidono civili per restare al potere, e uomini di paglia politici e traditori che accettano di vendere la libertà e la sovranità dell’Africa indietro ai vecchi poteri coloniali, con la scusa di agevolare il passaggio verso i diritti umani e la democrazia.