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Viaggio in Congo 2012
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Josephine e Giovanna ci raccontano la situazione...
Come avevamo anticipato in precedenza, dal 2 al 15 novembre ci siamo recate in Congo nella città di Lubumbashi per visionare e cercare di riorganizzare la gestione al collegio “Le Balou”.
SITUAZIONE GENERALE DEL PAESE
La situazione dell’intero paese è complessa, difficile e confusa. All’aeroporto, appena atterrate, i nostri bagagli, oltre 150 kg di medicinali forniti dall’Associazione Spagnolli-Bazzoni e da altre varie donazioni private, sono stati subito sequestrati dalle guardie doganali perché pesavano troppo! Alla loro apertura, visto il contenuto, pretendevano la somma di 500 $. La “trattativa” si è conclusa con un pagamento/mancia di 150$.
Il Congo è ricchissimo ma purtroppo non esiste uno Stato, nessuno l’ha mai creato. Non sono riusciti nemmeno i belgi con la loro colonizzazione dal 1920 al 1960: hanno trasformato completamente il paese creando abitazioni, scuole, giardini, musei, strade, viabilità, fognature, ecc.; neppure la guerra del 1991 e tantomeno le varie dittature successive, che hanno portato solamente devastazione e distruzione totale. Purtroppo la guerra non è mai finita. A circa 400 km da Lubumbashi, in direzione nord, le battaglie continuano ad esserci. Il governo tenta di tenere nascosta la situazione e raramente si viene a conoscenza della effettiva realtà! Nella parte sud del paese, nella zona di Lubumbashi, precisamente nella regione denominata Katanga, per fortuna è tutto tranquillo: è una zona molto protetta perchè esistono potenti interessi economici. I governanti sono molto ricchi, fanno affari con le multinazionali straniere che sfruttano i metalli preziosi (diamanti, oro, rame), petrolio, minerali rari come il coltan, il nichel e l’uranio. La gente vive in condizioni misere e precarie, è stufa di subire, è disperata, tesa e ribelle, lo si percepisce dai loro sguardi e dagli atteggiamenti di non rispetto. Nonostante ciò però, non intende cambiare. Nel corso degli anni hanno notato che sono gli altri che fanno: non sono stati abituati ed educati a costruire e realizzare, pertanto non se ne preoccupano. In quasi tutti i settori lavorativi la gestione del personale è davvero difficile: gli stranieri che investono assumono dipendenti provenienti da altri paesi perchè più affidabili e specializzati dei locali. Molti soldati, poliziotti, funzionari governativi, medici negli ospedali, non sono pagati, sopravvivono taglieggiando la popolazione. La corruzione esiste dappertutto e ovunque. Tutti, agenti, persone, ti fermano per strada, con le scuse più assurde, per spillarti un po’ di soldi. La maggior parte della gente sopravvive vendendo frutta, verdura, oggetti vari ecc. e vive in baracche ai bordi delle strade. Chi sta in città e in periferia entra nel “giro “ della corruzione e vive male. Negli ultimi anni infatti, sono sorte nuove malattie quali infarti (causati dallo stress psicologico dovuto alla disperazione), tumori e malformazioni (dovuti all’inquinamento e dal continuo traffico, in centro città, di camion carichi di uranio senza alcun tipo di protezione, e considerando che la maggior parte delle strade non sono asfaltate e con buchi che sembrano crateri, la polvere tossica gira ovunque). E’ difficile da dire, da capire e da spiegare, ma invece chi vive nei villaggi è più sereno e sempre con il sorriso.
Le difficoltà maggiori si riscontrano nella gestione delle cure sanitarie. Si deve considerare che gli ospedali sono tutti a pagamento, pertanto il numero di decessi è parecchio alto proprio perché molti non hanno la possibilità economica di usufruire di questo privilegio. L’età media è 45-48 anni. La percentuale di analfabetismo è molto alta, perché anche le scuole sono tutte a pagamento.
La viabilità è un disastro, in tutta la città ci sono 4-5 semafori e non esiste alcuna segnaletica stradale, anche in questo contesto non ci sono regole pertanto tutti fanno quello che vogliono ed è molto pericoloso. I bordi delle strade sono delimitati dalle fosse delle fognature aperte alla luce del sole, piene di rifiuti e sporcizia e quando piove tutto si alza e inonda, con le conseguenze del caso.
Chi accede ai negozi riforniti dei prodotti europei, o chi circola con la propria auto è considerato ricco. I prodotti non locali sono tutti molti cari, (una bottiglia di detersivo per i piatti tipo “svelto” 20$, la benzina costa come in Italia).
Nei quartieri residenziali le case sono tutte recintate da muraglie con filo spinato, sorvegliate sempre da guardie armate.
Nonostante tutto il Presidente in carica, Kabila, ha realizzato anche qualche nuova infrastruttura. Alcune strade rispetto a qualche anno fa sono state asfaltate, il sistema dell’energia è stato migliorato ed integrato, (anche se ancora molto scadente: succede spesso che la corrente salti anche per ore), qualche scuola e ospedale è stato ristrutturato, è stato realizzato un nuovo stadio, anche se ne esistevano già due.
Novembre è il periodo delle piogge, durante la nostra permanenza ha piovuto poco, la temperatura oscillava dai 38° diurni ai 15° notturni.
Josephine è nata a Lubumbashi e si rende sempre più consapevole di come negli ultimi anni la situazione è peggiorata. Lo afferma anche il fratello che vive con la sua famiglia in questa città.
SITUAZIONE AL COLLEGIO LE BALOU
Il collegio è situato in una zona periferica, è gestito dalla fondatrice Maman Maggie e dai suoi collaboratori.
E’una proprietà molto grande, ben curata e con tanto verde.
La situazione riscontrata non è stata delle migliori, ma con un po’ di lavoro siamo riuscite a modificare positivamente la vita dei bambini portatori di handicap. Con la disponibilità economica delle adozioni a distanza e delle donazioni abbiamo eseguito i seguenti lavori:
- imbiancato reparto femminile e parte di quello maschile;
- acquistato 25 letti in ferro, n° 23 materassi rivestiti di ecopelle, poiché più igienici e duraturi nel tempo;
- consegnato ad ognuno nuovi vestiti, scarpe, sapone e vari giochi; integrato lenzuola e coperte;
- consegnato a Maman Maggie: farina, riso, olio, cipolle, pesce surgelato, zucchero, sale, detersivi vari, integrato bicchieri di plastica, piatti e cucchiai in acciaio;
- consegnato al dottore che segue il collegio, i medicinali portati dall’Italia.
L’intero complesso, costruito con i mattoni ricavati dalla terra rossa del suolo e realizzati dai ragazzi del centro, è diviso nei seguenti stabili:
Dormitori per ragazze e ragazzi normali (sono separati):
le famiglie pagano la retta del vitto, dell’alloggio e l’insegnamento scolastico. Sono ben curati, puliti e ordinati. I letti sono quasi tutti uguali, completi di lenzuola, coperte e zanzariere. I bagni si presentano ordinati e puliti. Sia i ragazzi che le ragazze sono sempre accuditi da responsabili. Il fine settimana, chi riesce rientra nella propria famiglia. Qualche volta le ragazze aiutano le bambine handicappate.
Scuole secondarie per ragazzi e ragazze normali:
ci sono circa 200 iscritti, un centinaio dormono al centro e la rimanenza sono esterni che ogni giorno arrivano dalle città più vicine. Solo un bambino handicappato, Elie, è in grado di frequentare questo istituto secondario. Giornalmente ci sono sempre presenti 20 insegnanti. Nel corso dell’anno, per coprire tutte le varie materie trattate arrivano ad essere quasi un centinaio.
Reparto ragazze handicappate: (presenti n°19 + Zoe):
è composto da uno stabile con due locali grandi adibiti a stanze (una con 10 letti e l’altra con 14), un bagno con angolo doccia e lavandino, un cortile esterno, in parte coperto, dove si esercitano attività ricreative. In questo reparto c’è la lavatrice. La corrente è molto scarsa, le stanze hanno poca luce. Le ragazze non sono autosufficienti e sono accudite 24 ore su 24 da due assistenti. Presentano traumi fisici o psichici, sindrome di down, schizofrenia, epilessia, paralisi ecc. Sono abbastanza serene, si aiutano molto fra loro, sono discretamente pulite e curate. Quando abbiamo iniziato a preparare i letti con le nuove lenzuola, coperte e zanzariera, consegnato i vestiti e giochi, erano tutte in fibrillazione, cantavano, ballavano, continuavano ad abbracciarci, volevano essere fotografate e ringraziavano continuamente. Anche se molte non riescono a parlare e a muoversi, si fanno capire con i gesti. Per salutarci hanno voluto pregare e ringraziare Dio per il “soffio di vita” che hanno ricevuto.
Reparto ragazzi handicappati: (presenti circa 40 grandi e 20 piccoli):
È composto da uno stabile che si sviluppa su quattro lati (alcune stanze per i più piccoli, una per l’assistente, locale mensa e svago, dormitorio grande e zona bagni) con internamente un bel giardino curato. Sono accuditi da due-tre persone fisse, oltre ad alcuni educatori nel corso della giornata. Essendoci parecchi grandi, abbastanza indipendenti, Maman Maggie preferisce renderli autonomi, facendoli aiutare e collaborare tra di loro. Molti all’apparenza sembrerebbero sani e normali ma, purtroppo, tutti sono colpiti da gravi patologie, malattie mentali, traumi fisici, sindrome down, schizofrenia, epilessia, malformazioni. In questo reparto non hanno la lavatrice. Per via del poco tempo e per il numero elevato di ragazzini, non abbiamo potuto concludere i lavori di tinteggiatura delle pareti del dormitorio più grande, nemmeno sistemare ed integrare tutti i posti letto, (alcuni ancora dormono assieme, però sono tutti completi di lenzuola e coperte) e consegnare personalmente i vestiti, scarpe, sapone e vari giochi, lo ha fatto Maman Maggie e ci ha riferito che anche loro sono rimasti emozionati e felici.
Aule per i ragazzi portatori di handicap:
confinano con il reparto dei maschi portatori di handicap. Sono state costruite l’anno scorso, non sono ancora ultimate, ma già utilizzate. L’attività “scolastica-ricreativa” si sviluppa quasi tutte le mattine per un paio d’ore, sempre con la presenza di educatori. Le classi sono divise in 3 livelli, a seconda delle capacità ed età.
La 1°classe è composta dai più piccoli. Svolgono attività principalmente di gioco.
La 2° classe è composta da chi riesce a parlare e capire qualcosa. Svolgono attività di gioco e anche qualche insegnamento di base.
La 3° classe è composta da ragazzi che riescono ad apprendere e fare qualche progresso. Alle pareti sono esposti i cartelli dell’alfabeto.
Nonostante le molte difficoltà espressive, conoscono quasi tutti le vocali.
Concluse le lezioni tutti rientrano nei loro reparti per il pranzo. E’ veramente emozionante vedere i piccoli maschi che accompagnano, nello stabile femminile che dista circa 6-700 mt., le bambine tenendole per mano.
Ogni lunedì gli educatori fanno la riunione per organizzare e programmare il lavoro della settimana.
Presenziano due volte alla settimana anche alcuni portatori di handicap non abbandonati, che vivono con le loro famiglie in città.
Cucina:
è uno stabile molto semplice e misero, composto da due locali e porticato, E’ attrezzata discretamente, con fuochi e forni a legna, il complesso è abbastanza pulito. Qui si preparano i pasti per tutti i ragazzi che dormono all’interno del centro. Ci lavora una cuoca (è responsabile del magazzino e degli acquisti) e alcuni collaboratori. L’anno scorso hanno sostituito tutto il personale perchè rubavano gli alimenti. La colazione è composta da pane fatto da loro e bevanda calda, per il pranzo e la cena utilizzano farina di mais, legumi, soia pesce e carne degli animali da loro allevati nel loro interno (maiali, polli, galline e tacchini).
Per l’acqua utilizzano un pozzo.
L’orto dista circa 4km, è situato vicino ad un ruscello e vi coltivano frutta e verdura per la loro necessità. E’ gestito da alcuni responsabili assieme ai ragazzi che amano questa attività.
Dispensario:
è stato costruito qualche anno fa dall’Associazione Alba di Milano, è composto da due stanze con tre letti ciascuna (parte maschile e parte femminile), è in buon stato. A pagamento possono usufruirne anche le persone esterne. C’è sempre la presenza costante di un infermiere e regolarmente fa visita un medico.
Lunedì’ 12 novembre, ci siamo recate al mattino al centro per fare le foto e aggiornare i ragazzi portatori di handicap adottati. Li abbiamo trovati tutti assieme nelle nuove aule, erano davvero tanti, (maschi e femmine, piccoli e grandi). Erano tutti felici, puliti, in ordine e vestiti con gli indumenti da noi regalati. Ci hanno subito cantato delle canzoni per ringraziarci. Il lavoro di identificazione non è stato molto facile, in quanto: noi non li conosciamo molto e rispetto alle foto in nostro possesso, di qualche anno fa, sono cresciuti e hanno cambiato fisionomia; pochi recepiscono, anche se vengono chiamati per nome non danno risposta; molti sono in giro per la tenuta a svolgere le varie attività preferite (realizzazione dei mattoni, falegnameria, cucina, giardinaggio, orto, cura degli animali ecc.), quindi c’è voluto parecchio tempo per identificarli. Inoltre succede spesso che se vengono portati in ospedale o da alcuni parenti, non fanno più ritorno.
Abbiamo percepito che il lavoro di Maman Maggie è grande, lo svolge veramente con il cuore. E’ molto attenta e vigila su tutto, lei è indispensabile, però capisce che tutto da sola non può fare. Le sarebbe di grande aiuto un collaboratore di cui possa fidarsi, ma ha notevoli difficoltà a trovarne uno.
La nostra visita è servita per capire e riorganizzare la situazione, abbiamo cercato di fare il possibile. Maman Maggie ha accettato l’aiuto reso disponibile da Sara, un’amica di Josephine ed ex volontaria del collegio le Balou, e da Dadà, cognata di Josephine, incaricate dalle sottoscritte come persone di fiducia e referenti nella supervisione al centro, con visite di controllo costanti e regolari.
SITUAZIONE BAMBINI ORFANI:
dal settembre 2011 sono stati affidati a parenti o in qualche famiglia di cui possono prendersene cura. Non sono più al centro Le Balou. Frequentano le scuole nelle vicinanze delle abitazioni in cui vivono. Essendo persone sane non è il caso di farli vivere assieme ai portatori di handicap. Le ns. incaricate in loco Sara e Dadà, consegnano personalmente le quote delle adozioni a distanza al parente o alla nuova famiglia e controllano regolarmente le condizioni del bambino.
La quota annuale dell’adozione a distanza è di € 300.00 (sia per i bambini orfani che per i portatori di handicap).
Stiamo organizzando una serata informativa per raccontare l’esperienza vissuta e per visionare le foto. Quanto prima Vi sarà comunicata la data. Saremo grate di condividere assieme il momento.
Ringraziamo della preziosa e continua collaborazione e auguriamo un felice e sereno Natale.
Rovereto, 16 dicembre 2012
Josephine Tomasi e Giovanna Angelini
Maria Grazia Buggiani
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Cari amici,
il 13 maggio 2011 ero in Zimbabwe, (di passaggio al Luisa Guidotti Hospital assieme a Sebastiano e Carlo) quando è arrivata la triste notizia della morte della dottoressa Maria Grazia Buggiani.
Benché da tempo Maria Grazia lottasse con coraggio e dignità contro un male incurabile, la notizia ci colse di sorpresa.
Ho avuto quindi l'onore di assistere al suo funerale assieme a un piccolo gruppetto di connazionali (alcuni amici e parenti).
E' stato senza dubbio uno dei momenti più commoventi che ho vissuto in questi anni dedicati alla solidarietà.
L'alone della sua Santità e lo spirito di Dio si sono diffusi sui presenti grazie ai canti, alle musiche, alle preghiere e alle testimonianze nate dalla immensa partecipazione del popolo che Ella per tanti anni ha amorevolmente curato.
Ho cercato di raccogliere con attenzione le immagini e i suoni che hanno generato in me una immensa commozione augurandomi che restino per sempre nel nostro cuore e alimentino il desiderio di seguire il suo indimenticato esempio.
Grazie a Maria Grazia!
Giuliano
Partita del cuore 2012
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Domenica 2 dicembre ore 17.30
Itas Diatec Trentino – Copra Elior Piacenza
PalaTrento
Con i nostri campioni, in campo anche nella lotta all’Aids!
La TRENTINO VOLLEY in campo contro l’AIDS
Assume forme sempre più concrete e incisive il sostegno che la Trentino Volley, squadra dal prestigiosissimo e invidiato Palmares, ha offerto al progetto “Un amico più per fermare l’Aids in Zimbabwe” che, promossa dalla Spagnolli Bazzoni Onlus e dal gruppo Poli Regina, è giunta ormai alla sua sesta edizione.
Dal 2011 i campioni della Trentino Volley sono testimonial del progetto di Charity legato alla DupliCard Collection e, con una foto che comunica vigorosa determinazione, hanno suggellato il loro impegno “Per superare insieme ogni sfida”.
In occasione della Giornata Mondiale della Lotta all’AIDS che si svolgerà sabato 1 dicembre 2012, domenica 2 dicembre 2012, alle 17.30, al Palazzetto dello Sport di Trento, l’Itas Diatec scenderà in campo contro la Copra Elior Piacenza per disputare quella che è stata denominata la partita del cuore.
L’idea, così come la sua organizzazione, sono frutto della concertazione tra i responsabili del Gruppo Poli Regina, dell’Associazione Spagnolli Bazzoni e dei giocatori e management della squadra. Un magnifico concreto risultato di come insieme si possano costruire grandi cose, all’apparenza irrealizzabili.
Una partita speciale insomma anche per stare accanto al dott. Carlo Spagnolli, medico valoroso che dal ‘97 combatte in Zimbabwe una dura battaglia contro l’Aids. Il suo cuore generoso, affaticato da tanti pesi e responsabilità, ha avuto bisogno di cure specialistiche ma si è ripreso e si sta preparando per tornare alla sua insostituibile opera.
Aiutiamoli a vedere - Il progetto di formazione
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Formazione del personale sanitario Burundese presso il reparto di Oculistica dell'Ospedale Santa Maria del carmine di Rovereto
Si è conclusa con la partenza da Rovereto il 9 novembre scorso dei nostri amici Burundesi Cyprien, Cesar e Adrien, anche questa importante tappa del progetto umanitario " Aiutiamoli a vedere".
Ecco qui di seguito in sintesi la cronologia degli eventi che lo hanno caratterizzato:
Nel 2009
Il progetto nasce su segnalazione di Padre Philippe Mbonicimpaye e del volontario vicentino Ottavio F. che segnalano i deficit visivi dei numerosi bambini Burundesi e prosegue quindi con la realizzazione nel marzo 2010 di un gabinetto oculistico presso la casa delle Suore Polacche a Bujumbura, reso subito funzionale grazie alla collaborazione della Dott.ssa Gianna Ruele, già aiuto primario del reparto di oculistica dell'Ospedale di Rovereto con esperienza di volontariato in Africa e America Latina, l'Ortottista Roberta Delle Site che lavora presso l’Ospedale di Rovereto ed il nostro responsabile Dario Dossi. In loco vengono visitati oltre 400 bambini e 80 adulti che vengono forniti subito di 200 paia di occhiali dalla Luxottica. Gli occhiali non disponibili al momento vengono invece spediti qualche mese dopo per via aerea.
Nel 2011
Padre Philippe Mbonicimpaye segnala i nominativi del personale locale disponibile a prestare la propria opera presso l'ambulatorio oculistico realizzato nel 2010.
Con la Dott.ssa Gianna Ruele e l'Ortottista Roberta Delle Site si ritiene allora necessario organizzare uno stage formativo della durata minima di un mese per i futuri operatori presso il Reparto di Oculistica dell'Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto.
Nel 2012
L'arrivo del personale medico e paramendico previsto per il mese di marzo 2012 è purtroppo rinviato per la negazione del visto da parte delle Autorità Consolari Europee.
Solamente in ottobre, grazie all’intervento diretto del Ministero della Sanità Burundese sollecitato da padre Philippe, Adrien, (Medico Generico), Cyprien, (Infermiere Professionale), e Cesar (assistente di Oftalmologia), ricevono il visto d’ingresso in Italia.
Lisa e Dario Dossi li accolgono all’aeroporto di Verona e si adoperano assai affinché non manchi loro nulla dal punto di vista pratico. Don Renzo mette a disposizione un comodo appartamento, della Parrocchia di Lizzanella, non molto distante dall'Ospedale.
La formazione
Giovedì 11 ottobre è iniziata così la loro formazione presso gli ambulatori di Oculistica accolti con simpatia dal Direttore e da tutto il personale che apprezza il loro sorriso, la loro disponibilità e soprattutto la tanta voglia di imparare.
Roberta ha fornito loro una cartella con materiale di cancelleria e le dispense per il programma di formazione. Al termine del percorso formativo ci siamo trovati tutti assieme attorno ad una bella tavola imbandita presso il centro Pastorale della Beata Giovanna. In quell’occasione Roberta ci ha spiegato il percorso formativo seguito.
“Spiegare tecnicamente tutto ciò che è stato fatto è difficile e complicato ma ho tenuto un diario del programma svolto. In particolare, ho cercato di insegnare loro come arrivare al riconoscimento o comunque all'intuizione della patologia senza l'ausilio della tecnologia non sempre presente da loro, ma attraverso tecniche più semplici come quelle utilizzate in passato.
Per semplificare posso dirti che nei primi giorni hanno iniziato a prendere visione delle strumentazioni usate negli ambulatori e di cui in parte è anche dotato l'ambulatorio a Mirango. Successivamente hanno seguito le spiegazioni pratiche e teoriche sui difetti della vista, sul come si misurano le lenti ed assistito alle varie attività dell'Unità Operativa di Oculistica. Inoltre hanno potuto prendere visione di tante patologie complesse che i medici hanno spiegato e provato ad illustrare.
Il Dott. Ferrari ha mostrato le alterazioni della cornea e la tecnica dell'ultrasonografia e il dott. Peschedasch i piccoli interventi sull'apparato palpebrale. La dott. ssa Ruele ha mostrato l'uso del microscopio per indagare le parti più invisibili dell'occhio e la possibilità di diagnosticare problemi della retina grazie a recenti sofisticate apparecchiature.
La collega Ortottista sig.ra Ravagni ha spiegato come riconoscere il problema dello strabismo e dell'occhio pigro del bambino. Cyprien, Cesar e Adrien hanno visitato inoltre due negozi di ottica e, presso il laboratorio di Mori è stato mostrato loro come sono fatte le lenti, spiegato l'uso ed il funzionamento delle apparecchiature utilizzate per l'esecuzione stessa dell'occhiale, nonché cercato di esercitarsi praticamente.
Certamente non sarà facile mettere in pratica tutto il bagaglio appreso nella loro realtà che è completamente diversa dalla nostra. Adrien, Cyprien e Cesar sono stati dei bravi allievi molto attenti e interessati; gentili e sempre disponibili. Questa disponibilità assieme alla capacità di ascolto, saranno un valore aggiunto alle loro conoscenze pratiche e tecniche, perché curare non è solo applicazione ma soprattutto compassione, sensibilità e gentilezza poichè alle volte è proprio questa la medicina giusta! “
Sono andata a trovarli in ospedale ed avevano un aspetto veramente professionale con il loro camice bianco e la cartelletta con le dispense del programma di formazione e la cancelleria di cui erano stati forniti.
Ho chiesto loro “Cosa pensate di questa struttura e di ciò che state apprendendo?”
“Purtroppo il nostro ambulatorio non è dotato di apparecchiature così sofisticate come quelle che stiamo vedendo e utilizzando qui, ma è già un ottimo ambulatorio .Noi cercheremo di imparare tutto ciò che è possibile, ma le cose sono veramente tante! Abbiamo comunque degli ottimi insegnanti che stanno facendo anche l’impossibile per aiutarci, purtroppo il tempo e sempre troppo poco. Comunque siamo molto contenti di tutto.”
Lo svago
Fortunatamente la permanenza dei nostri amici Burundesi non si è limitata esclusivamente all'esperienza di apprendimento, in loro compagnia ci sono stati dei bei momenti di svago.
Il nostro amico Leo Z. gli ha fatto conoscere la neve, dopo averli forniti di belle giacche pesanti.
Roberta e Gianna li hanno portati a visitare la città di Verona che li ha sì affascinati ma ancor più, si sono emozionati per aver utilizzato per la prima volta il treno.
Con Mariagrazia hanno visitato il paesino di Ala ed il nostro sempre presente Dario li ha condotti alla Campana dei Caduti. Inoltre sono stati al Lago di Garda e a Trento sede del Concilio del 1545: evento storico di grande fascino per loro, visto che la popolazione del Burundi è per la maggioranza di religione cattolica.
La partenza
La sera del 7 novembre, come già detto, quando ci siamo incontrati numerosi per salutare i nostri amici eravamo tutti un po’ dispiaciuti della loro partenza ma felici che potessero tornare dalle loro famiglie così lontane e, soprattutto, fiduciosi che il bagaglio appreso potrà trovare presto applicazione nel loro Paese.
In questa occasione di saluti Cyprien nel suo Italiano migliore ha detto: “ Ringraziamo tutti , ci siamo sentiti accolti come dei bambini piccoli e coccolati come tali. Fin dall’inizio, siamo stati accettati con grande disponibilità, il nostro ringraziamento va a tutti voi che avete reso questo possibile.”
Adrien, Cyprien e Cesar sono dei giovani ragazzi pieni di voglia di imparare ed interessati a tutto ciò che viene loro proposto; noi tutti auspichiamo che quello che è stato fatto possa essere di reale aiuto anche se tanta strada dovrà ancora essere percorsa.
(Laura da Rold)
Giornata mondiale della lotta all'AIDS 2012
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Giornata Mondiale della lotta all’AIDS 2012
CE LA FARANNO I NOSTRI EROI?
Ad ottenere un risultato ancora più brillante di quello conseguito nell’edizione 2011 - 2012 con il progetto “Un amico in più per fermare l’Aids in Zimbabwe”?
Come è noto il progetto umanitario è realizzato dall'Associazione Spagnolli-Bazzoni e dal Gruppo Poli con la finalità di finanziare l’acquisto di farmaci antiretrovirali per combattere Aids e malattie opportunistiche di cui sono affetti mamme e bambini in cura in tre centri, diretti dal Dott. Carlo Spagnolli, in Zimbabwe.
I fondi sono raccolti attraverso la donazione dei punti del catalogo DupliCarD Collection: ogni 500 punti donati sono devoluti all’Associazione 13 euro che consentono di sostenere le spese per un mese di terapia di un ammalato.
Nelle prime sei edizioni – è partito infatti nel 2006 - 2007 - il programma ha raccolto oltre 1,4 milioni di euro che ha permesso di curare, dare dignità e speranza fino a 1967 pazienti, in prevalenza mamme che debbono occuparsi, oltre che dei loro figli, di quelli di sorelle e fratelli morti.
In Zimbabwe la vita media delle donne non raggiunge neppure i 49 anni, quella degli uomini è di poco superiore ai 50 anni! I sieropositivi sono oltre 1.159.000, gli ammalati di Aids conclamato oltre 593.000, su una popolazione di circa 13 milioni di abitanti. Il tasso di disoccupazione è dell’80%. Ai tali agghiaccianti dati hanno fatto da contraltare però, nel corso degli anni, le 110.000 donazioni di migliaia di generosi clienti dei supermercati Poli Regina, di cui quasi 34.000, per un ammontare di 438.000 euro, quelle della primavera scorsa. Valore con il quale si è esteso il sostegno farmacologico – grazie anche alla presa in carico di circa 1200 ammalati da parte della sanità pubblica del Paese – a due nuove realtà: Il Centro Sanitario di Orussi in Uganda e l’Ikonda Consolata Hospital in Tanzania.
“Insieme possiamo superare ogni sfida” è il motto di coloro che lavorano perché attorno al progetto si formi una comunità sempre più ampia. Ed insieme infatti nei prossimi giorni metteranno in atto due iniziative che auspichiamo davvero incisive.
Sabato 1 dicembre i supermercati Poli e Regina regaleranno punti tripli, per ogni euro di spesa 3 punti. Un bell’aiuto per incrementare più in fretta la raccolta che proseguirà fino al 26 gennaio 2013.
Davanti ai negozi poi ci saranno i volontari dell’Associazione, e in quello di Rovereto, Carlo Spagnolli che, dopo una lunga malattia, tornerà tra non molto in prima linea tra i suoi protetti. Tutti pronti e disponibili a dare ulteriori informazioni, a contagiare, si spera, con la loro generosa dedizione quanti si vorranno fermare.
Domenica 2 dicembre si disputa la seconda partita del cuore: la Trentino Volley contro la Copra Elior Piacenza, al PalaTrento ad ore 17,30. Dal 2011 infatti questi amatissimi campioni sono scesi in campo anche nella lotta all’Aids.
Insieme
• per dare significato concreto e profondo alla giornata mondiale contro l’AIDS che si celebra il 1 dicembre.
• per rischiarare la tristezza e l’incertezza che contrassegnano il tempo presente con la gioia intima che procura il comportamento oblativo.