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Dal 29 dicembre 2012 al 7 gennaio 2013 si è svolta la missione oculistica nel centro di Kamenge, nel comune di Bujumbura.
 
 
Racconta  l’amico Dario Dossi:
“Intensi preparativi e spedizioni di materiale, ciascuno a rinunciare a un po’ di ferie per pagarsi il biglietto del volo, poi, la sera prima di Capodanno, con tutto l’occorrente i volontari dell’Ass. Spagnolli-Bazzoni, della Maniverso di Mestre e dell’AMOA sono arrivati in Burundi.
La “Maison des Enfants” di Kamenge, sede operativa, è stata organizzata e sistemata stupendamente dai volontari burundesi guidati e preparati dal bravo Ottavio e dai Padri Saveriani con i loro catechisti.
Già all’indomani avevano posizionato le attrezzature in un percorso di 200 m secondo l’ordine delle visite a cui sottoporre i pazienti e ne avevano visitati 72, tra missionari e religiosi locali.
Nei giorni successivi 16 fra medici e operatori sanitari, con l’aiuto di 12 traduttori e volontari burundesi, hanno potuto visitare 2353 ammalati.
Ogni mattina alle 6:30 per i volontari suonava la sveglia. Poi colazione e passeggiata di un chilometro accompagnati da un corteo di bimbi festanti per raggiungere il centro operativo. Già alle 8 la macchina operativa era partita. Gruppi di 20-30 bisognosi prendevano il ticket, davano le loro generalità ai due volontari burundesi coordinati da Flo, l’esperta italo-congolese che gestiva la raccolta dati in lingua kirundi.
Lorenzo e i tre esperti burundesi che hanno frequentato lo stage all’ospedale di Rovereto si occupavano delle prime verifiche della vista: visus naturale e autorefrattometro.
Poi Luisa somministrava loro le gocce dilatatorie per le pupille, in modo tale che si potessero sottoporre alla visita. Sulla scia dell’entusiasmo, Luisa ha provato a parlare e farsi insegnare il kirundi, cantando qualche canzoncina insieme ai pazienti.
I medici Gianna, Mara e Rossella si occupavano del passo successivo: visita oculistica con esame segmento anteriore occhio, fondo oculare ed eventuale tonometria.
In seguito gli ottici e ortottici Sandro, Beppe ed Ettorina effettuavano il visus con correzione delle lenti.
Dopodiché i pazienti arrivavano da Luciano e Lio che selezionavano gli occhiali necessari. Quando tra quelli donati non si trovava il paio giusto, l’ottico Sandro si prodigava nel produrre l’occhiale di cui c’era bisogno con la sua mola, la macchina che ha donato poi al centro controllo della vista burundese.
Alla fine, dopo breve attesa, arrivava il momento della posa degli occhiali. Abbiamo assistito a scene commoventi. La gente, felice, s’inginocchiava e baciava le mani di Mirella e Danilo, incaricati di quest’operazione.
Il bisogno di questa gente è enorme. Era impossibile soddisfare le necessità di tutti, e qualche volta purtroppo abbiamo dovuto fermare le persone che si accalcavano ai cancelli dell’edificio.
Ogni mattina arrivava gente di una povertà inimmaginabile: donne, uomini, anziani, bambini, handicappati, orfani venivano da ogni parte del Burundi aspettando il loro turno. Avevano una pazienza e una dignità esemplari.
Domenica 6 gennaio, stanchi ma pieni di gioia, i nostri amici sono partiti per l’Italia. Ritorneranno? Io penso di sì. Persone con tale entusiasmo e generosità non possono dimenticare questa gente bisognosa del loro aiuto.”