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Buyengero - Sostegno all’ASENABU per gli orfani della guerra e dell’AIDS
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ASENABU ad litteram significa: “Associazione per il sostegno del fanciullo non accompagnato di Buyengero e Burambi”.
Dal 1995 al 2005 una guerra fratricida terribile ha causato nel comune di Buyengero un’immane strage di vite umane. Molti bambini sono rimasti orfani di entrambi i genitori o abbandonati dagli stessi e, per sopravvivere, hanno invaso le strade, hanno trovato rifugio nei campi militari oppure sono stati obbligati a forza ad arruolarsi, diventando così dei piccoli soldati.
L’ASENABU è stata fondata da Padre Filippo per questi bambini, vittime della guerra. Inizialmente si sono rintracciati i bambini ovunque: sulle strade e nella boscaglia per alimentarli, vestirli e curarli (molti di essi erano ammalati). I bambini, secondo la tradizione africana, vengono assistiti nei propri villaggi di origine. Con la collaborazione delle autorità locali si è cercato di rintracciare le famiglie; quando questo non è stato possibile si sono organizzate le famiglie per l’accoglienza (anche fra gli stessi soci della Associazione) presso le quali essi hanno ritrovato casa, sicurezza e serenità. Quindi mano a mano che crescevano è stato curato il loro inserimento nella scuola elementare e media. Per chi ha avuto difficoltà a scuola si sono organizzati dei corsi professionali di falegname e muratore per i bambini, di cucito e ricamo per le bambine. Per alcuni più dotati intellettualmente si sono aperte le porte dell’università, e per questo sono incoraggiati e sostenuti.
Attualmente sono 715 gli alunni della scuole elementari e 112 quelli della scuola media, 68 frequentano corsi professionali e di alfabetizzazione basica. Le famiglie per l’accoglienza sono 620, tra di loro ci sono 54 giovani capi famiglia.
L’Associazione coordina il sostegno a distanza per l’Associazione locale ASENABU.
Le opere in Burundi: Ngozi - Centro di Accoglienza “Giriteka“ per i bambini del mercato
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Giriteka significa “ritrova la tua dignità”. Il Centro di accoglienza risponde ai bisogni emergenti nella città di Ngozi che ha conosciuto un rapido sviluppo urbano con un forte incremento di famiglie povere che vivono in baracche fatte di pezzi di lamiera e cartone. In tale situazione è drammatica la realtà dei bambini di strada che crescono di numero giorno dopo giorno e che fanno del marciapiede il loro rifugio, dormendo nelle fredde notti ai 1700 metri dell’altipiano burundese coperti da sudici cartoni.
Le Suore Missionarie Mariste presenti nella Diocesi di Ngozi dal 1965 sono impegnate a recuperare questi ragazzi ad una vita sociale normale.
La responsabile del Centro è suor Bruna Chiarini.
Il centro propone due percorsi di reinserimento:
Il centro interni
È un convitto che offre la possibilità di una rottura definitiva con la strada ed i suoi rischi (la droga) con la finalità per i ragazzi di riprendere gli studi. Può ospitare fino a 30 ragazzi (tra i 6 e 14 anni) che richiedono un accompagnamento di fatto individuale fino al loro reinserimento nelle famiglie (se possibile).
Il centro esterni
Accoglie durante il giorno i ragazzi che vivono ancora sulla strada e hanno bisogno di essere aiutati a riflettere e maturare una scelta diversa.
Per questi (circa 60) è stata organizzata una scuola interna di educazione di base, di avvio ai vari lavori di artigianato. I corsi si svolgono regolarmente dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 15.00.
Ci sono anche all’incirca 250 ragazzi che gravitano attorno il Centro, godono dei suoi servizi (alimentazione, e igiene e sanità) in attesa di entrare nel cammino di recupero.
I ragazzi dei due Centri vengono accompagnati fino al loro reinserimento e seguiti anche quando hanno raggiunto una certa stabilità e autonomia. A tutti è offerta la possibilità di studio: sia all’interno che alla scuola pubblica a seconda delle possibilità di ciascuno.
L’Associazione coordina il sostegno a distanza.
Le opere in Burundi: Progetto "Aiutiamoli a vedere"
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Un altro dei nostri sogni è realtà.
Pochi mesi fa abbiamo infatti lanciato la campagna “Aiutiamoli a vedere” per far sì che i bambini con disturbi della vista che sosteniamo nelle nostre opere in Burundi (gli alunni della scuola “Città di Rovereto” e dell’asilo “Giovanna Medici” di Gatumba, i giovani del Centro Giovani di Kamenge, gli orfani di Buyengero e i bambini del mercato del “Centro Giriteka” di “Ngozi”) e ovviamente anche quelli che verranno segnalati dai nostri amici in loco, possano tornare a vedere bene quando scrivono e leggono a scuola, quando giocano e quando aiutano nei campi.
Il piccolo ma efficiente ambulatorio oculistico dallo scorso mese di marzo è diventato una realtà operativa!
Questa storia quindi, cominciata nella primavera 2009, durante l’ultima visita del nostro consigliere Dario Dossi con la moglie Lisa, ha avuto un lieto fine. In quella circostanza il volontario vicentino Ottavio Framarin e Padre Filippo B., nostri fiduciari in loco, avevano fatto presente come i deficit visivi di numerosi bambini ne compromettessero il rendimento scolastico e provocassero lunghe assenze.
Al nostro appello diffuso informalmente fra alcuni oculisti, si rese immediatamente disponibile la Dott.ssa Gianna Ruele, oculista, già aiuto primario dell’Ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto, con all’attivo numerose esperienze di volontariato in Africa e America Latina.
Grazie al sostegno di numerosi concittadini e sotto la sua professionale supervisione sì è provveduto ad acquistare l’attrezzatura basica per montare un piccolo ma efficiente ambulatorio oculistico.
Ora ci sforzeremo di mantenerlo a regime e a ottimi livelli di efficienza.
Per questo stiamo lavorando con intensità sia a Bujumbura che a Rovereto. A Bujumbura le suore Polacche, istruite dalla Dr. Ruele, stanno già effettuando le prime selezioni dei bambini, mentre Ottavio Framarin sta curando la preparazione dell’ambulatorio e prendendo accordi con il locale ospedale per le possibili necessità che si rendessero necessarie.
A Rovereto Luxottica, azienda leader nel settore, si è impegnata a fornire gli occhiali e le lenti che si rendessero necessarie e da Rovereto sono partite per Bujumbura nello scorso mese di marzo la dott. Gianna Ruele, l’ortottica Roberta Delle Site e il nostro consigliere Dario Dossi, per le prime visite oculistiche. Per dare continuità alla nostra presenza e quindi in definitiva la possibilità di visitare il maggior numero di bambini sarebbe estremamente utile anche la partecipazione di altri oculisti, optometristi, ortottici .
Infatti dalle prime notizie che stiamo ricevendo si prevede una grandissima affluenza (qualche centinaio!) di bambini proveniente da molte regioni del Burundi.
Responsabile in loco: Ottavio Framarin Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Mantengono i contatti:
Dott.ssa Gianna Ossena Ruele Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Dario Dossi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Le opere in Burundi: Bugwana
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Spostandoci al nord del Burundi, si raggiunge un vero e proprio paradiso terrestre: Bugwana.
È una valle incontaminata dalla civiltà, dove la gente vive tra bananeti ed eucalipti dispersi su mille piccole colline.
In basso grandi distese di risaie. L’atmosfera di Bugwana sembra quasi irreale: la semplicità con cui la gente trascorre le proprie giornate tra il lavoro agricolo e le piccole ed uniche attività artigianali viene scandita dal sorgere del sole, unica fonte di luce. Di fronte alla bellezza di questa terra sembra impossibile solamente pensare che la guerra si sia potuta spingere così lontano; ma i volti ed i ricordi di questa gente testimoniano ferite profondissime che non trovano spiegazione. I prolungati anni di violenza vengono recepiti da questa gente come normalità: relegata nell’ignoranza e in totale mancanza di istruzione non ha mai avuto la possibilità di sperimentare altro. È proprio qui che una comunità saveriana guidata da padre Ruben e padre Bruno è venuta a stabilirsi quattro anni fa per valorizzare ed aiutare la popolazione di Bugwana intraprendere un percorso di sviluppo ed apertura nei confronti del resto del paese.
Difficilmente raggiungibile con i mezzi, Bugwana è sempre stata esclusa da molti programmi statali e progetti umanitari. Oggi invece può contare sul sostegno di una comunità che si fa strumento per una crescita intellettuale e sociale.
Costruzione del complesso scolastico per l’insegnamento medio-superiore
Il programma d’insegnamento previsto per la scuola di Bugwana corrisponde allo standard italiano delle scuole superiori e consente di raggiungere un diploma valido anche per l’ammissione all’università.
L’azione è coerente con uno sviluppo territoriale che vede già presente una scuola elementare-media in grado di formare fino a 7000 bambini l’anno, ma che non offre possibilità di prosecuzione della formazione causando un fenomeno migratorio degli studenti, nei casi più fortunati, o un elevato tasso di abbandono degli studi ove manchino risorse economiche adeguate. Questi territori sono infatti molto popolati e purtroppo colpiti dagli scontri etnici tra Hutu e Tutsi che, con intensità e frequenza legate all’andamento della politica interna ancora oggi molto instabile, provocano un costante impoverimento della struttura sociale del luogo che risente in maniera drammatica della guerra.
La struttura scolastica di Bugwana è stata realizzata in 4 4 fasi di sviluppo, in modo da costruire un’opera completa in grado di soddisfare le esigenze della popolazione locale.
Il primo obiettivo è stato la realizzazione di 4 aule per le lezioni. In questo caso sufficienti per un elevato numero di studenti che nello standard burundese possono arrivare anche a 50 ragazzi per aula con lezioni che si duplicano nelle ore mattutine e poi pomeridiane. Assieme alle aule verranno costruiti i servizi igienici con relativo approvvigionamento d’acqua.
Secondo obiettivo è stato la costruzione dell’apparato amministrativo con gli spazi per la direzione scolastica e quello per le attività di programmazione ed organizzazione del corpo docenti.
Terzo step, la realizzazione di una struttura in grado di ospitare gli insegnanti. Infatti oggi non esistono in loco le figure professionali adatte al ciclo d’insegnamento previsto ed è necessario attingere da fuori provincia. In futuro si prevede di considerare un valore aggiunto ed un’incentivazione l’assegnazione di questi alloggi a coloro tra la popolazione locale che vorranno formarsi e poi insegnare nella scuola per arrestare la “fuga dei cervelli” in altre provincie del Burundi o addirittura fuori dai confini nazionali.
Ultimo, ma importantissimo passo, è stato la realizzazione di una sala polivalente con annesso terreno di gioco. La scuola vuole essere punto di riferimento e motore per lo sviluppo sociale e l’integrazione tra etnie. Il complesso scolastico così inteso diventerebbe un centro di eccellenza in grado di attirare personale qualificato, invertendo l’attuale tendenza, contribuirebbe in maniera significativa allo sviluppo sociale dell’area in questione favorendo l’integrazione etnica e la diffusione di una cultura di pace.
I lavori per la realizzazione della scuola sono terminati nel 2009, mentre nel 2013 sono iniziati quelli per la costruzione dei dormitori per studenti e studentesse, in modo che il centro diventasse un vero e proprio collegio. Vi è infatti un refettorio e una struttura per l'assistenza sanitaria dotata di dispensario e di un reparto maternità, collocato in un edificio apposito. La scuola ha avuto un così grande successo che si è visto necessario ampliare i dormitori, per poter accogliere il crescente numero di studenti.
L'opera è stata realizzata con il contributo della Regione Trentino Alto Adige.
Responsabile in loco per la costruzione:
Padre Bruno Ghiotto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Mantiene i contatti:
Filippo Lazzeri Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Le opere in Burundi: Bujumbura - Centro Giovani Kamenge
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Per una mondializzazione positiva nei Quartieri Nord attraverso l’informatica
Il Centro Giovani Kamenge è sempre più conosciuto dai giovani trentini.
Grazie al Kamenge Festival che il Gruppo Giovani della nostra Associazione organizza e grazie al progetto "Giovani solidali" del Comune di Rovereto, la pedagogia all’apertura e al rispetto delle differenze affinché queste non siano barriere ma ricchezze, ci è ormai familiare. Di origine cattolica, il CENTRO GIOVANI KAMENGE, situato in mezzo alla periferia della capitale che allo scoppio della guerra civile nel 1993 è diventata il fulcro dei combattimenti, attua già dal 1992 una pedagogia attiva alla pace e riconciliazione della gioventù burundese compresa tra i 16 ed i 30 anni, con dei forti impatti positivi sull’intera popolazione (stimata sulle 300.000 persone). Questo contesto periferico è molto delicato e ospita centinaia e centinaia di giovani lasciati allo sbaraglio senza un punto di riferimento, un lavoro o un’istruzione. Poche sono le possibilità di realizzazione personale e molti i rischi per loro (abuso di alcol e droghe, entrare nelle bande armate, depressione, delinquenza, …).
Proponendosi come risposta alle esigenze più urgenti dai giovani, il Centro Giovani Kamenge lavora quotidianamente proponendo attività culturali, intellettuali, parascolastiche, religiose, sportive e di formazione atte a diffondere presso i giovani l’importanza dell’impegno individuale per un futuro diverso in Burundi. Usciti dalla guerra civile da soli cinque anni, questi giovani assistono alla lenta normalizzazione del loro Paese e cominciano a diventare consapevoli di essere i protagonisti del loro futuro. La collaborazione tra il Centro Giovani Kamenge e l’Associazione Spagnolli è iniziata nel 2004 quando Elena Patoner, una nostra volontaria, vi ha trascorso un anno e ne ha conosciuto personalmente le potenzialità.
Dopo tre anni di finanziamento dei Campi di Lavoro estivi in cui i giovani ricostruiscono materialmente e moralmente i loro quartieri e dopo due anni di finanziamento di un progetto interreligioso che ha visto nascere 30 piccole biblioteche presso le comunità musulmane, cattoliche e protestanti, oggi vogliamo aiutare i 32.000 iscritti del Centro Giovani Kamenge ad entrare a far parte di una mondializzazione positiva attraverso il dotarsi e l’apprendimento delle nuove tecnologie. L’abbattimento virtuale delle frontiere della conoscenza attraverso Internet, la possibilità di creare legami e contatti con l’esterno, l’apprendimento dell’informatica di base sono per i burundesi aspetti importanti non solo a livello personale per la loro cultura e formazione, ma frammenti del mosaico che raffigura un nuovo Burundi, pronto ad entrare nel mondo globale.
Le nuove tecnologie rispondono ad un mondo che si è fatto più veloce e dove il lontano diventa vicino. Nell’auspicio che questo possa creare e favorire la nascita di nuove relazioni importanti per i giovani stessi (anche da un punto di vista lavorativo), ma anche per la struttura medesima del CENTRO GIOVANI KAMENGE, l’obiettivo rimane quello di perseguire la creazione di una società civile stabile e partecipativa, ma anche moderna e reattiva.
I burundesi, giovani e adulti, fremono nel vedere come il mondo attorno a loro è in continua evoluzione e cambiamento e soffrono rendendosi conto che purtroppo i loro mezzi sono limitati. Nella consapevolezza dei loro formatori che Internet e l’informatica sono delle risorse importanti per il futuro, l’Associazione Spagnolli assieme alla Provincia di Trento li fornirà di una decina di computer nuovi, di una rete satellitare e della manutenzione dei computer vecchi, in modo che possano essere istituiti nuovi corsi di informatica, possa essere aggiornato il sito e ci possano essere nuovi programmi di e-learning.
Sostenuto con il contributo (microazione) della Provincia Autonoma di Trento.
Responsabile in loco: Padre Claudio Marano Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Mantiene i contatti: Elena Patoner Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.